sabato 3 dicembre 2011

Ho colto l'invito di Alessandra

Alessandra ha lanciato il suo appello ad altri genitori che si trovino nella stessa condizione, in una trasmissione di Radio Rai 1, "Area di servizio", che viene trasmessa alle 5.45 del sabato mattina.
E così, un sabato mattina, la mia sveglia mi racconta la storia di una mamma che sembrava fossi io. La sua esperienza raccontata in poche parole rispecchiava esattamente la mia. Quella mattina

mercoledì 30 novembre 2011

Mi presento


Mi chiamo Alessandra, ho 45 anni, vivo a Roma ed ho una figlia di 17 anni affetta da un ritardo mentale lieve ad eziologia sconosciuta.
Mariachiara, questo è il nome di mia figlia,ha mostrato problemi fin da piccola, ma abbiamo dato un nome alla sua condizione solo intorno ai 10 anni, quando al deficit di apprendimento si sono aggiunti i problemi comportamentali - soprattutto oppositività e atteggiamento compulsivo - che ancora oggi fatichiamo a tenere sotto controllo. Oggi Mariachiara possiede buone capacità comunicative, è una ragazza solare, ironica e ha raggiunto una discreta autonomia imparando anche a spostarsi con i mezzi pubblici nei luoghi a lei familiari. A fronte di questo, la sua deficitaria capacità di giudizio insieme all’incapacità di previsione e all’ingenuità rischiano di esporla a pericoli verso i quali mi confronto assicurandole un impegno educativo continuo. Mariachiara è iscritta il IV anno di Istituto d’Arte e con il sostegno a scuola e un aiuto a casa ottiene risultati soddisfacenti; da quattro anni frequenta con grande gioia e impegno un corso di teatro con  ragazzi  normodotati, le piace molto leggere ma è sempre molto sola perchè difficilmente riesce ad organizzarsi al di fuori della scuola e del teatro.
Perché questo blog? Perché mi sento molto sola anche io, perchè ogni volta che rimango incantata dai meravigliosi occhi di mia figlia – che tra l’altro ha imparato a truccare in un a maniera che li rende ancora più belli e profondi- penso a quanto la percezione sociale delle disabilità mentali, e ancora di più di quelle del grado di mia figlia, sia ancora lacunosa e distorta ma soprattutto mi chiedo in quali case, in quali scuole, in quali uffici si nascondano i miei stessi problemi, dietro quali volti incrociati per caso e che non ho saputo riconoscere si nascondano le mie stesse paure, il mio stesso dolore e perché no, le mie stesse gioie e speranze. Perché è proprio della possibilità di condividere tutto questo con chi vive il mio stesso problema che sento maggiormente bisogno e so che è così anche per mia figlia; l’altro giorno, mentre parlava con il papà della sua grande delusione sentimentale del momento, le ho sentito dire che la sua speranza è di trovare il prima possibile qualcuno come lei,  qualcuno che sa “come lei pensa” perché pensa allo stesso modo, e che proprio per questo potrà amare ed essere riamata senza dover stare ogni volta così male.

Spero che qualche genitore si sia riconosciuto nelle mie parole ed abbia voglia di condividere su questo blog le nostre esperienze e quelle dei nostri figli.
Alessandra